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Frate Maria Allegra - Biografia

 

Frate Maria Allegra

« Approfondiamo la figura di Frate Maria Allegra »

Spesso si trovò ad operare in situazioni delicate e complesse e il suo comportamento fu sempre opportuno e adeguato, la sua azione prudente e incisiva. Fu fautore di iniziative nuove e benefiche, tanto da attirarsi la stima anche di parti avverse.
I primi otto anni di permanenza in Cina (1931-1939) furono vissuti dal P. Gabriele nella zona meridionale del paese, dove si era già verificata la prima e sconvolgente propaganda comunista, che aveva causato una funesta guerra civile ed infiniti e gravi disagi per la popolazione, espropriata dei pochi mezzi di sostentamento e soprattutto della libertà.

Il giovane missionario, che dirigeva il seminario di Heng Yang, profuse le migliori energie nel formare giovani cinesi che sarebbero divenuti lievito evangelizzatore di quella società, e si impegnò, come altri rappresentanti della Chiesa, per venire incontro alle necessità di una popolazione da più parti angariata.
Impegno nella scuola, dunque, impegno tra la gente nelle opere di carità, ma anche impegno fortissimo nello studio della lingua, della cultura e delle tradizioni della Cina, perché egli non dimenticava mai il suo compito primario: quello di tradurre la Bibbia che sola avrebbe potuto dare saldezza alla fede e cambiare la vita dello sterminato popolo cinese.

Anche quando, a partire dal 1941, risiedette a Pechino come cappellano di Ambasciata ed ebbe a che fare con una realtà sociale, politica e culturale nuova per lui, si prodigò senza risparmio in modo efficace e con impegno. Si trovò a fare da mediatore in difficili situazioni, e il suo contributo fu talora richiesto per dirimere spinose questioni. Anche la sua azione pastorale e la sua testimonianza evangelica furono sempre adeguate agli ambiti sociali nei quali si trovò ad operare. Egli seppe agire al di sopra delle parti, dimostrando di avere interesse esclusivamente per l'uomo, fratello in ogni caso, al di là delle contingenze politiche e delle divisioni sociali, garantendo, sempre 'rispetto' nei confronti della Chiesa cattolica e aiutando l'uomo a vivere e a salvarsi.

Quando, dal 1948, fu costretto, per l'espansione del dominio comunista, a trasferire lo Studio Biblico, già per altro funzionante ed efficiente, da Pechino a Hong Kong, la sua attenzione, per le condizioni socio-politiche del paese in cui viveva, si fece più intensa e vigile. Questo lo portò a non estraniarsi dalla gente, a venire incontro alle necessità che via via emergevano, e a prodigarsi per bisognosi e sofferenti; ma, soprattutto, lo angustiava fortemente, - lo dice più di una volta nei suoi scritti -, la situazione durissima che si era venuta a creare nella Cina, ormai travolta dal comunismo storico.

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