Cenni storici di Santa Elisabetta di Ungheria
Santa nella Corte del Sovrano
Fin dal principio, Elisabetta disprezzò le vanità della vita di corte. Fu spesso rimproverata per la sua mancanza di attenzione ai dettagli tradizionali. Ma non fu la noncuranza che la rese diversa, ma piuttosto la sua profonda spiritualità, che le fecero apparire le vanità del mondo insignificanti e senza importanza.
Come sacrificio, non avrebbe voluto indossare alcun segno distintivo del suo rango nei giorni Santi. In quanto principessa aveva un guardaroba pieno di splendidi abiti, che indossava solo per adempiere agli obblighi del suo stato e per compiacere suo marito.
Anche quando appariva in abiti splendenti, le donne al suo servizio sapevano che sotto portava una camicia penitenziale, per non permetterle di divenire troppo attaccata alle vanità terrene.
Già a dodici anni Elisabetta stupì la corte per la sua noncuranza nei confronti di sfarzi e feste. Nella festa dell’Assunzione fu obbligata a partecipare alla Messa solenne in abiti magnifici: "Ciò significava che lei e le principesse sarebbero state vestite con ricchi abiti di seta e velluto, lunghe maniche ricamate e sopravvesti con pelliccia, con magnifici lunghi mantelli portati dai paggi, guanti cuciti con perle e pietre preziose, e le loro persone sarebbero state adornate con catene d’oro e gioielli.
Le giovani principesse probabilmente non indossavano il tradizionale cappuccio di lino ma veli sciolti e coroncine sui capelli fluenti. Entrando nella Chiesa adornata si inginocchiarono prima dinanzi il crocifisso, poi Elisabetta, invece di raggiungere il suo posto d’onore insieme agli altri, si tolse la corona lasciandola dinanzi alla croce e rimase prostrata al suolo con il viso coperto."
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