« La vita semplice di un piccolo grande uomo, innamorato di Gesù Cristo »
Il giovane Francesco era allegro, spensierato, pieno di sogni e di gioia di vivere; ma non dimenticava i poveri: quando li incontrava, con estrema dolcezza, donava loro generose elemosine. Egli, ragazzo ricco, intelligente, vanitoso e di carattere aperto, divenne presto il …Principe… del suo gruppo di amici. Primo nei conviti, primo nelle gare poetiche, primo nelle manifestazioni giovanili proprie del suo tempo, sognava, oltretutto, di divenire esperto cavaliere a servizio della sua amatissima Assisi.

Nel 1202, tra Assisi e Perugia si scatenò un’aspra guerra; Francesco, appena ventenne, vestito da cavaliere, era tra le milizie della sua città. Ma nella piana di Collestrada, presso Perugia, in una dura battaglia fù fatto prigioniero e condotto nel carcere perugino di Sopramuro, dove restò per quasi un anno.
La vita dei detenuti trascorreva triste nella lugubre prigione; Francesco, a differenza degli altri, si manteneva calmo e fiducioso; proferiva parole di conforto agli insofferenti compagni di prigione e cantava, cantava: Un grande avvenire mi attende: un giorno io sarò onorato in tutto il mondo?. Ma tu sei pazzo?, gli dicevano i compagni. Francesco non era pazzo; in lui c’era la sicurezza che, un giorno, avrebbe assolto ad un compito particolarissimo!
Ritornato dalla prigionia, Francesco si ammalò, quello, il primo tocco della Grazia, che iniziò avvicinare ulteriormente il cuore del giovane a Dio!
« continua »