« La vita semplice di un piccolo grande uomo, innamorato di Gesù Cristo »
Pochi giorni dopo, infatti, Francesco fu chiamato in giudizio dal padre dinanzi al Vescovo Guido. Il giovane si spogliò dei suoi abiti, li consegnò al genitore, rinunciò all’eredità e ai beni ed esclamò: Ascoltatemi tutti; finora ho riconosciuto come padre mio Pietro di Bernardone, d’ora in poi ripeterò con più fiducia: Padre nostro che sei nei Cieli!
Questo estremo atto, significò lo Sposaliziodi Francesco con Madonna Povertà.
Dopo la rinuncia ai beni, Francesco restò libero da ogni vincolo. Scalzo, vestito del sacco che l’ortolano del Vescovo gli aveva fornito, affinchè potesse ricoprire le sue nudità, iniziò a girovagare per le vie di Assisi, predicando nelle piazze e nei sagrati delle chiese la Penitenza, la Pace, il Perdono, il Regno di Dio; ma i suoi concittadini, credendolo stolto e forsennato; erano soliti scagliargli contro pietre e fango.
Francesco non si adirava; accettava l’insulto con letizia, rendeva grazie al Signore per quelle prove; benediva il persecutore e lo perdonava!
Dopo una breve permanenza presso i benedettini di Santa Maria di Valfabbrica, Francesco raggiunta Gubbio, venne ospitato da un suo amico d’armi: il cavaliere Federico Spadalunga, il quale, stando alle cronache, lo riveste della tonaca, che diventò successivamente, la divisa dei francescani (un saio a forma di croce).
Tornato ad Assisi, il Poverello soleva trascorrere il suo tempo restaurando la chiesetta di San Damiano, predicando il Vangelo, invitando tutti a seguire Gesù, assistendo i lebbrosi e chiedendo la carità di porta in porta, in nome del Signore.
« continua »