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San Francesco d'Assisi

 

« La vita semplice di un piccolo grande uomo, innamorato di Gesù Cristo »

A queste parole gli uccelli davano segni di esultanza secondo la loro natura, e Francesco era lieto di trovarsi fra quelle creature, e passava e ripassava sfiorando le loro testine e i corpi con la sua tonaca; li benedisse e, fatto un segno di croce, diede loro il permesso di andarsene. Essi volteggiarono sul suo capo e, cinguettando, presero la via del ritorno ai loro nidi.

L’episodio per tutti noi è un dolce e forte richiamo a lodare e benedire sempre il Datore di ogni bene, e insieme un’esortazione ad avere piena fiducia nella divina Provvidenza. Nulla può ostacolare l’onnipotenza di Dio!

Francesco, giunto un giorno nella città di Gubbio, apprese, con dolore, che la popolazione era spaventata a causa di una grossa e feroce lupa, che si aggirava nei dintorni e faceva strage di animali e persino di uomini. Egli ebbe compassione di quella gente e, ispirato dal Signore, andò solo, ad affrontarla.

Quando la bestia gli apparve, si fece il segno di Croce e, tendendogli le braccia, disse : “Frate lupo, vieni qui da me; io ti comando da parte di Cristo, che tu non faccia male ne a me, ne ad alcuno”.

Immediatamente la lupa si accostò a lui. La folla, che spiava da lontano tra il fogliame, tratteneva il respiro, mentre Francesco, chinato sulla famelica belva, così parlò: “Frate lupo, hai fatto molti danni da queste parti, assalendo le creature del Signore e perfino gli uomini, fatti ad immagine di Dio. Per questo ti meriti la forca, come ladro e assassino.

La gente grida contro di te e ti è nemica. Ma io voglio, o frate lupo, che si faccia pace fra te e costoro” La lupa, come se comprendesse quelle parole, chinando il capo e agitando festosamente la coda, mostrava di accettare la proposta.

Francesco allora, volle precisare bene l’impegno, e aggiunse: “Frate lupo, poiché ti piace fare e mantenere questa pace, io ti prometto, di farti dare gli alimenti ogni giorno, finchè vorrai, dagli uomini di queste terre, sicchè non patirai più la fame”.

La lupa, rialzatosi in piedi, alzò la zampa anteriore e, in segno di fede, la pose nella mano del Santo, che la strinse felice e sorridente, fra lo sbalordimento e le lacrime dei presenti. Da quel giorno la bestia, ammansita, entrava nelle case e riceveva cibo abbondante.

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